Impaginazione editoriale

Sei passi verso l’impaginazione

Condividi la tua idea: Parlami del tuo progetto, di cosa desideri ottenere e chi pensi saranno i tuoi lettori. Sarà fondamentale per capire appieno le tue esigenze.

Struttura del libro: Illustrami brevemente la struttura che hai dato al tuo libro. Comprendere la sua organizzazione mi aiuterà a creare un’impaginazione efficace.

Fornisci il testo: Assicurati di aver completato la fase di editing del testo e forniscimelo completo in uno dei formati più comuni e diffusi (ad esempio, file Word o PDF).

Ricerca grafica e prima bozza: Farò uno ricerca sulla grafica più adatta al progetto per offrirti una proposta iniziale. Potremo valutare insieme le opzioni e prendere appunti per raffinare il progetto, infine apporteremo le eventuali modifiche necessarie.

Elaborazione: Una volta concordata la direzione, lavorerò autonomamente per raggiungere il risultato desiderato, informandoti periodicamente dei progressi. Ti fornirò il progetto finale in formato PDF pronto per la stampa o per l’invio alla casa editrice.

Impaginazione editoriale

Opzioni aggiuntive:

Per ulteriori informazioni su queste opzioni, puoi visitare i relativi link.

Se hai altre domande o vuoi richiedere un preventivo, sarò felice di assisterti. Contattami alla mail o tramite il form della pagina contatti. Se invece o desideri approfondire ulteriormente continua la lettura.

Esportazione: Una volta terminata l’elaborazione del libro all’interno dei programmi dedicati, come abbiamo detto, passeremo alla esportazione nel formato pdf. Questo è un formato specifico per lo scambio di questo tipo di file, in particolar modo verso le stamperie e le case editrici, ma la sua corretta compilazione è meno intuitiva di quanto possa sembrare.

Di seguito ti parlerò di questo ultimo passaggio prima della stampa.

Dall’impaginazione alla stampa

La fase forse più delicata è l’esportazione in pdf. Infatti, una volta creato il progetto dell’immagine da stampare, va esportato in un prototipo che raccolga sinteticamente tutte le informazioni necessarie alla stampa. Un file pdf svolge questo compito.

È bene informarsi presso il servizio di stampa da noi scelto per conoscere le specifiche richieste nella preparazione di questi file perché possono cambiare sensibilmente. Ad esempio, alcune stamperie richiedono l’aggiunta di crocini di registro, per consentire l’ allineamento delle varie lastre. Altri ancora richiedono abbondanze che tengano conto delle tolleranze delle macchine di stampa.

Non di secondaria importanza sarà la gestione dei profili colore al fine di ottenere la migliore corrispondenza tra i colori previsti in fase di progettazione e la loro resa in stampa.

Colori per la stampa: differenze tra CMYK o RGB

Un modello colore è un metodo numerico di rappresentazione dei colori.
I più noti modelli colore sono RGB e CMYK e sono basati su opposte logiche costitutive del colore: sintesi additiva e sintesi sottrattiva.
RGB (sintesi additiva) è basato sul modo in cui la luce compone i colori, mentre CMYK (sintesi sottrattiva) è basata sul modo in cui i pigmenti di inchiostro assorbono la luce. Vediamoli nel dettaglio.

CMYK è l’acronimo di Cyan, Magenta, Yellow e Key black (cioè i tre colori primari di stampa più il nero); a causa del numero di inchiostri impiegato viene anche chiamata quadricromia ed i suoi valori sono espressi in percentuale (K=100% indicherà un nero pieno. K=50% sarà riferibile ad un grigio intermedio).
Viene definito come modello di sintesi sottrattiva perché mentre il foglio bianco riflette tutte le frequenze (colori) della luce bianca del giorno, restituendoci il bianco, I pigmenti usati in stampa invece sottraggono parte di quella luce, riflettendone la restante. Quest’ultima è ciò che i nostri occhi leggono proprio come il colore di quel pigmento. Ad esempio, un inchiostro magenta sottrarrà la luce del suo complementare verde e rifletterà le frequenze del rosso e del blu, che i nostri occhi vedranno come magenta.
Di fatto una lastra di inchiostro magenta è una sottrattrice della componente verde della luce riflessa dall’immagine.
L’uso di tutti gli inchiostri colorati dovrebbe assorbire dunque tutta la luce e restituirci il nero.
In verità gli inchiostri di stampa non riescono a raggiungere il nero pieno, motivo per cui viene impiegato un inchiostro apposito: il nero. L’uso di tutti e 4 i colori al 100% si chiama nero ricco
Non usando alcun colore, potendo contare su un foglio bianco, otterremo la massima riflessione della luce, dandoci l’esperienza del bianco.

RGB sono le iniziali di Red, Green e Blue.
Si tratta di un modello di sintesi additiva dei colori: sommando tutti i colori primari otterremo la luce bianca. Non usandone alcuno avremo il nero, la mancanza di luce. È il modello prediletto nella produzione di immagini per lo schermo.
I colori nel modello RGB sono rappresentati da un byte (un numero binario composto da 8 bit) per ogni canale (R,G e B). Siccome 8 bit nel sistema binario possono esprimere 28=256 valori questo metodo colore indicherà le quantità dei vari canali in un range da 0 a 255. Il bianco sarà R255 G255 B255 ed il nero ovviamente sarà RGB0.
I colori così rappresentati sono precisamente indicati da soli 24bit (3 canali da 8 bit). Qualora dovessimo includere informazioni avanzate sulla trasparenza dovremmo usare un canale ulteriore, portando così ogni punto dell’immagine ad una sintesi descritta da 32 bit.

Altri modelli colore

Esistono altri modi di rappresentazione del colore come ad esempio HSB e LAB, riferibili a spazi colore molto diversi, più o meno ampi rispetto ai primi due modelli.

HSB divide la tinta (hue) da saturazione (saturation) e luminosità (brightness). Ad esempio una tinta rossa potrà apparire più o meno vivida (dal grigio al colore pieno), più o meno chiara (dal bianco al nero). Viene anche chiamato HSV da Hue Saturation Value o HSI da Hue Saturation Intensity.

LAB invece è stato pensato per rappresentare al meglio il modo in cui l’occhio umano vede. Divide nettamente la chiarezza del colore dalla sua componente di tinta. L è appunto la chiarezza, mentre a e b sono due valori indicanti una variabilità dal verde al magenta, dal blu al giallo. Si noti come verde e magenta siano complementari e che, come già evidenziato nella trattazione del CMYK, l’aumento di magenta sottrae il verde. L’aumento del blu, sottrae la componente gialla.

Metodi, profili e spazi colore

Questi sono metodi di notazione del colore, ma per visualizzarli è necessario fornire ai vari dispositivi delle istruzioni su come dovranno apparire quei colori e cosa significano quei numeri. Questa funzione è svolta dai profili colore. I profili colore applicati ai metodi colore danno luogo a spazi colore, la realizzazione pratica di quei modelli numerici. I profili più comuni sono indipendenti dal dispositivo e gray balanced, bilanciati nel grigio, cioè quantità uguali delle varie componenti danno luogo a colori neutri. Tra questi abbiamo Adobe RGB, sRGB, coated FOGRA39.

Impostare i profili colore nell’esportazione in pdf

Quando si tratta di esportare i progetti in formato PDF per la stampa, è fondamentale comprendere le impostazioni dei profili colore e le opzioni di conversione.

Al fine di esportare correttamente il nostro progetto in formato PDF, è consigliabile impostare sin dall’inizio tutti gli oggetti inclusi nel progetto (scritte, immagini e oggetti grafici) nello spazio colore CMYK con il profilo colore più comunemente utilizzato: FOGRA39. In questo modo, garantiremo una corrispondenza accurata tra il progetto digitale e il risultato stampato.

Successivamente, durante il processo di esportazione, ci verranno presentate diverse opzioni generali per la gestione dei profili colore. Queste opzioni includono: “non convertire”, “convertire mantenendo l’aspetto” e “convertire mantenendo i valori numerici”. Avremo anche la possibilità di decidere se incorporare o meno i profili di colore di ogni oggetto nel file PDF.

Non esiste una scelta universale su quale opzione sia la migliore per la stampa, poiché dipende dall’obiettivo che vogliamo raggiungere. Vediamo alcuni esempi:

  • Abbiamo impostato un progetto con CMYK/Fogra27 ed ora dobbiamo esportarlo. Qualora decidessimo di convertire tutto in CMYK/Fogra39 mantenendo l’aspetto dei colori rischieremmo di avere un testo composto da una miscela di tutti gli inchiostri invece che col solo inchiostro nero (canale K). Il programma infatti, tentando di mantenere l’aspetto dei colori, cambierà il contenuto dei singoli canali. In caso di fuori registro però questo ci espone al rischio di avere un effetto di sdoppiamento visivo del testo in quanto i vari colori risulteranno disallineati. Come se non bastasse l’eventuale superamento del 300% di copertura degli inchiostri potrebbe caricare troppo la carta restituendoci un risultato di stampa non ottimale. In questa situazione sarà importante per noi conservare il nero nel testo e quindi la scelta più opportuna sarà “Converti mantenendo i valori numerici”.
Vale la pena osservare che sarebbe ancora meglio verificare che gli oggetti quali foto e grafiche siano preventivamente realizzati nel profilo di destinazione.
  • Abbiamo una pubblicazione in scala di grigio. Gli oggetti ivi contenuti hanno quasi tutti profili incorporati in scala di grigio, ma alcuni sono grigi rappresentati in RGB. Decidiamo di convertire tutto in una volta sola al momento dell’esportazione invece che usare l’omonimo comando di Photoshop per ogni singola immagine. Ci ricordiamo che Photoshop trasforma completamente l’immagine nel formato previsto e ci aspettiamo la stessa cosa da Indesign: l’immagine convertita nel profilo in scala di grigi non solo ci appare di aspetto grigio, ma è a tutti gli effetti in scala di grigio, con un solo canale. Diversamente con l’esportazione in pdf, scegliendo “converti mantenendo l’aspetto, con profilo colore di destinazione incorporato”, all’apparenza tutto apparirà correttamente in scala di grigio, ma, tramite una anteprima di stampa, sarà possibile verificare che il testo, simulando un dispositivo di stampa CMYK, sarà inopinatamente distribuito su tutti i canali della quadricromia. La scelta giusta sarà dunque “converti senza incorporare il profilo di destinazione”. Si tratta di una scelta contro intuitiva. Ancora una volta la cosa migliore sarebbe stata preparare in anticipo tutte le immagini nel profilo di destinazione in modo da non dover convertire durante l’esportazione.

Se desideri richiedere un preventivo, non esitare a contattarmi. Scrivi alla mia email o compila il modulo nella pagina dei contatti. Sarò felice di assisterti.